Passa ai contenuti principali

Come essere avvocati oggi ? Ripartire da un'idea diversa

 

Dopo 25 anni di professione, a chi scrive, appare lecito chiedersi se essere avvocati oggi (nel 2022) può essere considerato uguale a come era esserlo nel 1998 (data in cui si è iscritto all'albo professionale).

Dopo un pò di riflessione sono giunto alla conclusione che la risposta è nì (cioè nè sì, nè no), nel senso che, se da un lato l'idea romantica del diritto di difesa (sancito peraltro anche nella nostra Costituzione) che deve essere garantito a tutti non è mai tramontata, è altrettanto vero che tale diritto non può più essere garantito attraverso l'utilizzo degli strumenti "romantici" dell'avvocato, ma solo dotandosi di strumenti del tutto nuovi e moderni.

E ciò non soltanto sotto il profilo strettamente "professionale" (cioè nel senso più classico dell'attività esercitata), ma anche e soprattutto sotto l'aspetto più "vile" (passatemi il termine) della professionale e cioè quello finalizzato necessario a garantirsi una dignitosa attività sotto il profilo economico.

E' sotto gli occhi di tutti il progressivo allontanamento dalla professione di numerosi colleghi e la sempre minore attrattività della stessa, visto anche il calo notevole di neo laureati interessati ad intraprendere il percorso del tirocinio forense.

Non staremo in questa sede ad analizzare i motivi per cui negli anni si è saturato il mercato e perchè il reddito medio dell'avvocato è drasticamente calato, questa riflessione è rivolta soltanto a chi ha oggi ancora il coraggio e la passione di continuare ad esercitare la professione forense o a chi vi si vuole affacciare per la prima volta.

Dunque, se da un lato non si può perdere di vista la funzione essenziale dell'avvocato (tutelare i diritti dell'individuo), dall'altro bisogna ripartire da un'idea più moderna di come tale funzione può essere più efficacemente esercitata.

Innanzitutto non bisogna avere paura del cambiamento, di esplorare strade nuove, nelle quale il legale con il proprio bagaglio di competenze si può avventurare.

Oggi, a differenza non di 20 anni fa, ma direi anche soltanto di 10 anni fa il mondo è in continuo cambiamento, l'individuo è in continuo cambiamento e, dunque, anche il potenziale cliente (da attrarre nel proprio studio) è in continuo cambiamento.

L'avvento di internet prima e dei social network poi ha radicalmente cambiato l'approccio di chiunque alla realtà, alle informazioni e, dunque, anche al diritto che è anche esso parte del mondo in continuo cambiamento.

Se diversi anni fa il cliente era costretto a rivolgersi ad un avvocato, anche solo per avere a disposizione un semplice testo di legge (non parlo neanche di giurisprudenza o di altro), oggi non è più così, perchè, come è noto, grazie ai motori di ricerca (Google su tutti) è possibile reperire qualsiasi cosa.

Non solo, ma sempre a differenza di qualche anno fa, il cliente non arriva del tutto impreparato dall'avvocato, ma, nella maggior parte dei casi, ha cercato qualche informazione in rete, si è fatto un'idea di massima, ha già trovato delle potenziali soluzioni al proprio problema legale, ma naturalmente ha ancora bisogno di un confronto con il professionista.

Certo una lettura superficiale da parte di chi non ha studiato la materia legale può a volta portare a conclusioni errate, ma l'importante è non demonizzare questa tendenza, bisogna soltanto accettarla.

Non ci si può lamentare del fatto che il cliente, prima di arrivare in studio, abbia cercato in rete qualcosa e poi, lo esponga a suo modo (eventualmente anche in maniera errata) perchè questa è una realtà inevitabile dalla quale non si può tornare più indietro.

Piuttosto è necessario partire da tale situazione per confrontarsi con il cliente e fornirgli, magari anche sulla base delle sue istanze, la migliore soluzione possibile.

Del resto la rete è uno strumento potentissimo anche soltanto per confrontarsi (su questioni legali e non)  con persone che non conosciamo affatto e che possono divenire potenziali clienti.

Pensiamo ai numerosi gruppi di discussione presenti in rete su determinati argomenti, ai forum, ai gruppi su Facebook e così via.

L'avvocato moderno deve, perciò riuscire ad essere visibile anche in questi contesti, confrontandosi, esprimendo pareri ed opinioni, mostrando sicurezza e affidabilità, doti che potranno potenzialmente attrarre un individuo sconosciuto a divenire cliente.

Una dimensione di questo tipo ha, inoltre, l'innegabile vantaggio di "delocalizzare" la professione, non più necessariamente da considerare come esercitabile soltanto in favore di soggetti appartenenti al proprio territorio geografico, ma potenzialmente estesa in maniera illimitata a tutto il territorio nazionale e non solo.

Ovviamente se, oltre ad essere presenti nelle discussioni che si animano in rete, l'avvocato riesce ad elaborare e a condividere dei contenuti la sua presenza digitale può essere ancora più proficua.

Come già detto, infatti, oggi chiunque sia alla ricerca di contenuti (giuridici e non) per farlo utilizza soltanto i motori di ricerca o attraverso il proprio computer o attraverso il proprio smartphone.

Elaborare contenuti di qualità su ciò che l'avvocato conosce meglio non può, dunque, far altro che creare interesse da parte di individui sconosciuti da trasformare in potenziali clienti.

Naturalmente è un lavoro difficile in quanto il contenuto messo in rete (un articolo, una scheda su un argomento e così via) deve essere effettivamente di qualità e non uno scritto semplice e superficiale. Deve, cioè, essere in grado di creare reale interesse da parte del lettore.

Molti potranno chiedersi da dove partire, quali contenuti utilizzare ?

Ebbene, la cosa migliore è partire da ciò che sappiamo fare meglio o di cui sappiamo parlare meglio.

Se normalmente ci occupiamo di famiglia non sarà difficile elaborare un contributo partendo proprio da un caso concreto che abbiamo affrontato (magari prendendo spunto da una comparsa conclusionale che abbiamo scritto).

Se, invece, ci occupiamo di esecuzioni immobiliari potremo creare delle pagine dedicate, ad esempio, a chi vuole partecipare ad un'asta telematica e così via.

Perchè, inoltre, non mettere a disposizione di tutti degli schemi, dei modelli di atti che normalmente utilizziamo per facilitare magari chi ne ha bisogno ?

L'importante in ogni caso è concentrarsi su quello che si sa fare meglio mettendo cioè a disposizione le proprie risorse migliori.

Per fare questo l'avvocato deve, dunque, abbandonare l'idea classica dello studio "statico" dei libri di diritto scegliendo di approfondire anche altre competenze, tra cui non soltanto come verrebbe scontato pensare quella informatica (per essere presente in maniera efficace in rete), ma anche quella della scrittura (per poter elaborare contenuti efficaci e comprensibili in maniera idonea per i lettori) e un pò anche quella della psicologia (per comprendere bene il cliente ed il modo corretto con cui interagire con lo stesso).

A sommesso parere di chi scrive è cioè necessario ripartire da un'idea di multidisciplinarietà di cui l'avvocato moderno non può più fare a meno se vuole confrontarsi con le sfide moderne della professione e per resistere sul mercato. 

Esistono diversi colleghi che stanno affrontando da qualche anno la professione con un nuovo approccio e, dunque può risultare molto interessante leggere i loro contenuti presenti in rete.

Tra questi segnalo due siti particolarmente interessanti da cui prendere ulteriori spunti e cioè uno dell'Avv. Solignani di Vignola e un altro dell'Avv. Andrea Buti di Camerino nei quali troverete numerosissimi contributi ed idee dalle quali ripartire.

Un'altra cosa ritengo sia di fondamentale importanza: leggere, leggere quanto più possibile non soltanto di diritto, ma più in generale di qualsiasi cosa che abbia a che fare con l'essere umano e la società.

Quanto più si conosce l'essere umano, tanto più sarà possibile aiutarlo a risolvere i problemi anche sotto l'aspetto legale.

Naturalmente per procedere in questa direzione è opportuno mettere in conto qualche investimento, seppur a basso costo.

Tra questi segnalo come necessari, se non indispensabili:

- l'acquisto di un nome di dominio (es: studiorossi.it, avvocatobianchi.it, ecc..) grazie al quale poter creare un proprio sito internet (acquistando spazio sulla rete o anche con alternative gratuite o quasi) e delle e-mail dall'aspetto professionale del tipo: segreteria@studiorossi.it e così via;

- l'apertura di un blog nel quale come detto non solo parlare di se stessi o del proprio studio, ma fornire anche e soprattutto contenuti di qualità o riflessioni su questioni di diritto;

- interconnettersi con colleghi che stanno lavorando nella stessa direzione o ne condividono l'ispirazione;

- creare un forum di discussione a tema legale (da moderare a cura di un titolare dello studio ovvero di un soggetto da lui delegato);

- creare una pagina facebook dedicata allo studio e un gruppo ad essa collegata;

- creare un'attività su Google sulla quale inserire informazioni e poter ricevere recensioni;

- curare il proprio profilo personale ed eventualmente anche una specifica pagina di studio almeno su Linkedin e Twitter aggiornando in maniera sincronizzata i contenuti su tutte le piattaforme.

Credo anche che vada ripensato il rapporto con il cliente che è sempre più avvezzo all'utilizzo dello strumento informatico.

E' dunque possibile chiedergli di seguire il proprio profilo o la propria pagina o più semplicemente far inserire delle recensioni su Google.

Non solo ma è possibile offrire in forma del tutto gratuita al cliente alcuni servizi digitali tra i quali un'agenda personalizzata (es: sincronizzata su Google Calendar) con la quale ricordare i vari appuntamenti o le udienze che lo riguardano, condividere file e i documenti attraverso servizi cloud o più semplicemente inviandogli tramite sms o whatsapp gli auguri di buon compleanno avendo inserito i suoi dati nella relativa scheda cliente.

Il lungo periodo di pandemia da Covid 19 ha abituato anche all'utilizzo dello strumento della videochiamata, utile non solo per degli incontri da remoto con i clienti, ma anche ad esempio per fornire delle sessioni di consulenza (a pagamento) che diversamente sarebbero state effettuate all'interno dello studio.

Lo strumento del video può essere utilizzato anche per farsi conoscere, per "metterci la faccia", per far vedere anche al potenziale cliente come siamo fatti attraverso l'elaborazione di video in cui parliamo di contenuti giuridici.

Youtube, infatti, non è soltanto lo strumento dedicato a giovani o ragazzi per parlare di questioni della più svariata natura, ma diventa un mezzo potentissimo per parlare, per far sentire la propria voce e soprattutto per "farsi vedere".

Un altro mezzo importante è rappresentato dai podcast e cioè delle registrazioni audio nelle quali parimenti parlare di diversi argomenti sempre a tema legale.

Anche in tal caso, pur non comparendo in video, è possibile far sentire la propria voce, farsi ascoltare, misurare la propria capacità di essere chiari e sintetici, di parlare in  maniera semplice di questioni che altrimenti sarebbero difficili da spiegare.

Certamente non è semplice e soprattutto un impegno anche gravoso in termini di tempo per realizzare certi obiettivi può non garantire un ritorno immediato in termini economici, ma credo che oggi valga la pena provare.

Riporto un esempio personale. Circa tre anni fa, in pieno mese di agosto mi contattò una persona che fungeva da intermediario per una signora che aveva bisogno di assistenza per una delicata questione riguardante un minore straniero con il quale si trovava a soggiornare in Italia.

Mi aveva trovato grazie ad internet e in quella occasione lo studio nella scheda di attività di Google risultava aperto e disponibile a prestare assistenza legale.

Da lì è nata un'interessante questione giuridica e un paio di giudizi dinanzi alla Corte di Appello e al Tribunale per i minorenni.

Se non fossi stato presente in rete o se la scheda dello studio non fosse stata presente su Google non mi avrebbero certamente trovato e probabilmente si sarebbero rivolti ad altro professionista.

Insomma oggi più che mai è necessario ripartire, ma ripartire da un'idea diversa dal passato.

Nonostante tutte le difficoltà si può ancora essere avvocati, ma bisogna esserlo in maniera nuova, più moderna e più pronta a cogliere le sfide di questo tempo.

Proviamoci tutti e parliamone insieme, se volete sono qui, su questo blog o sul sito emiliocurci.net.










Commenti

Post popolari in questo blog

L'Avv. Emilio Curci entra a far parte della Commissione del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Bari sulle procedure esecutive e sulla crisi di impresa

  L'avv. Emilio Curci è entrato a far parte della commissione consiliare istituita presso il Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Bari su "Procedure esecutive e crisi di impresa" . La commissione che si è costituita per la prima volta in data 26 giugno 2023 è formata da numerosi avvocati e si occuperà del tema favorendo non solo occasioni di confronto e formazione nelle specifiche materia dell'esecuzione della crisi di impresa, ma cercherà anche di essere parte attiva attraverso un costante dialogo con gli uffici e con i magistrati delle rispettive sezioni per la risoluzione delle criticità e dei problemi individuati da tutti i professionisti che operano costantemente nei detti settori.

Lo studio Curci & Partners ha assistito la società FBS Next spa nell'ambito di un attività di analisi commissionata da Amco per l'analisi di un portafoglio di crediti non performanti

Il nostro studio, quale consulente esterno della società FBS Next spa ha assistito la stessa, unitamente a numerosi altri professionisti del settore, nello svolgimento di un incarico  a sua volta affidatole dalla società AMCO, nell'ambito di un'attività di analisi di un portafoglio di crediti del valore di circa 2,6 miliardi di euro, già oggetto di cessione da parte di UnipolReC attraverso uno studio di Due Diligence. L'esperienza, di particolare interesse, ha visto le nostre risorse impegnate nell'esame e nell'analisi di numerosi documenti legali accessibili tramite una virtual data room, all'esito delle quali, è stato possibile esprimere una valutazione sui tempi e sulle reali possibilità di recupero di singole posizioni creditizie inserite nel portafoglio di cessione. L'attività ha contribuito a rafforzare ulteriormente la competenza dello studio in materia di NPL (crediti non performanti) proprio con particolare riferimento alla capacità di analisi e di

Creato il gruppo di discussione su Facebook "la legge è uguale per tutti"

  Nell'ottica di un sempre maggiore avvicinamento e coinvolgimento degli utenti della rete sulla pagina Facebook del nostro studio legale è stato creato il gruppo di discussione "La legge è uguale per tutti". Il gruppo liberamente aperto a tutti coloro che ne vogliano fare parte e a cui si accede con richiesta di iscrizione inviata tramite Facebook è raggiungibile a questo link . Il gruppo che in quasi due anni ha raccolto oltre 200 partecipanti si pone l'obiettivo di essere una piattaforma di discussione aperta a tutti coloro che vogliano parlare di diritto, ricevere consigli su specifiche tematiche o approfondire determinati argomenti ed è alimentato dai contributi periodici sul tema elaborati dal nostro studio legale. Grazie a tutti coloro che vorranno farne parte.