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La lentezza della giustizia italiana: tante parole pochi rimedi. Raccontaci la tua esperienza ed inviaci i tuoi suggerimenti

Nel mese di gennaio 2011 l'allora Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha presentato alle Camere una relazione sullo stato della giustizia in Italia.
In sintesi la relazione afferma che "Il nemico mortale della giustizia italiana è la sua lentezza".

Per questo il Ministro ha sostenuto che l'attività del suo dicastero ha avuto come primo obiettivo, nel 2010, il miglioramento dell'efficienza del sistema giudiziario e penitenziario del Paese.

Il Ministro ha sempre dichiarato che trent'anni fa, nel 1980, l'arretrato civile era pari a 394.826 procedimenti, nel 1990, arrivava a 2.414.050, incrementato in media da circa 100.000 fascicoli in più ogni anno.
Nel 2000, raggiungeva il traguardo dei 4.896.281 procedimenti ed infine, al 31 dicembre 2009, si avvicinava pericolosamente alla soglia dei 6 milioni, segnando il record assoluto di 5.826.440 di arretrato pendente.

Nel 2010, invece, a dire del Ministro, il percorso ha avuto una inversione di rotta: il numero dei processi civili pendenti, è sceso del 4 per cento rispetto all'anno precedente, 223.824 procedimenti civili in meno.

Tale risultato, presentato come estremamente importante, sarebbe stato determinato dalle riforme in materia di processo civile, dalla maggiore informatizzazione degli uffici giudiziari e dalle modifiche normative delle spese di giustizia.

Nel frattempo di diversa opinione sembra essere la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che continua ad emettere sentenze di condanna nei confronti del nostro Paese.

La Corte infatti ha addirittura sanzionato, a dicembre del 2010 l'Italia non solo per la lentezza del suo sistema giudiziario, ma anche per l'eccessivo ritardo con vengono pagati gli indennizzi per la lentezza dei processi. I procedimenti avviati a seguito della c.d. legge Pinto (che consentono ai cittadini "vittime" dell'eccessiva durata del processo) durano anche fino a quattro anni, tanto da provocare innumerevoli ricorsi che ogni anno vengono presentati alla Corte di Strasburgo per denunciare il ritardato pagamento.

La Corte ha, infatti, richiesto al nostro Paese di rivedere la legge Pinto e di istituire un fondo speciale per fare fronte in un tempo ragionevole anche ai risarcimenti anche al fine di evitare di paralizzare non soltanto l'Italia, ma anche la Corte europea, che si ritrova con circa 4mila ricorsi ancora da esaminare.

Emergono, dunque, due realtà contrastanti: da un lato le ottimistiche previsioni ministeriali e dall'altro i continui richiami da parte dell'Europa.

Nel frattempo, dopo la travagliata manovra di ferragosto il Governo, in sede di conversione, prova anche ad occuparsi della riforma degli uffici giudiziari attraverso un emendamento del ministro della Giustizia del 31.08.2011.

Afferma il Ministro che, nello specifico, gli obiettivi che si vorrebbero perseguire dovranno essere ottenuti attraverso "la riduzione degli uffici giudiziari di primo grado", mantenendo comunque i tribunali ordinari nei comuni capoluogo di Provincia. con possibilità di "sopprimere" o "ridurre" alcune sezioni distaccate di tribunale.

Ancora una volta, dunque, si affronta il tema della Giustizia sulla scorta dell'emergenza e senza alcun confronto con gli operatori del diritto.

Ma è davvero questo il modo per ridurre i tempi del contenzioso e garantire un processo più giusto ?

Raccontaci la tua esperienza e proviamo insieme a discutere dei possibili rimedi.

Commenti

  1. In una politica fatta di sterili numeri, i risultati rappresentati dall'ex Ministro potrebbero anche essere veri.
    Tuttavia, dubito che tale infinitesimale miglioramento sia connesso alle riforme.
    Per dirne una, il P.C.T. in linea teorica, dove applicabile, dovrebbe addirittura aver aumentato il contenzioso dato che l'avvocato ha la possibilità di adire l'A.G. a tutte le ore del giorno e della notte e senza spostarsi dall'ufficio.
    Piuttosto, il calo di arretrato sia da attrtibuire alla sfiducia di tutti nella giustizia che dovrebbe aver portato a non far partire dei procedimenti: anche chi aveva pieno titolo per pretendere X, sotto la scure della durata eccessiva ha avitato di iniziare accontentandosi di cosa i poteri forti, in qual momento, hanno offerto (per la serie, meglio 40 oggi che 100, e chissà, tra 10 anni).
    Grandi risultati sulle spese ancora non ne ho visto. Da queste parti le condanne sono ancora blande e, sinceramente, ragionando umanamente, non credo sia una misura socialmente giusta.
    Sempre più spesso mi capita di assistere a cause nelle quali sostenere che l'avvocato si stia prendendo gioco del cliente (portado avanti cause perse al sol fine di veder maturare competenze) è un eufemismo. Pertanto, non mi sembra socialmente ed umanamente giusto addossare sul poveraccio anche la mannaia delle spese legali "pesanti".
    Una soluzione potrebbe essere quella di rendere la comparizione delle aprti obbligatoria e seria di talchè il Giudice possa effettivamente renderesi conto di "dove e da che parte stia il marcio" e chi fomenta le ostilità.......ma anche in questo caso la mia esperienza dice che, rispetto a certi Giudici (poco diplomatici, molto irascibili e troppo sceriffi) tale soluzione potrebbe addirittura risultare più dannosa.
    Secondo me ilproblema è culturale ma, in Italia ho capito che l'unica cultura che si ha è quella del denaro e, se mi permettete di rifarmi ad un detto popolare, si sa: "chi maneggia festeggia". E se i potentati maneggiano il resto è costretto a rincorrerli = far causa.
    Mi fermo qua non vorrei che qualcuno si offenda :-)
    Buone vacanze a tutti.

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  2. Gentile signore, pur nel ringraziarla per il suo contributo volevo soltanto dirle che sarebbe meglio qualificarsi quando si posta un commento e non rimanere anonimi.
    Tra l'altro poiché parla di un'esperienza dalle sue parti sarebbe anche utile conoscere la sua provenienza geografica.
    Sicuramente ci sono tanti motivi dei ritardi giudiziari ma non sempre questi sono addebitabili a noi avvocati o ai magistrati.
    Vi sono cause piú profonde che proverò ad approfondire, almeno secondo il mio modesto puntondi vista, dopo aver letto qualche altro intervento.

    Grazie aspettiamo altri contributi

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  3. caro collega, due righe con una metafora a paragone: abbiamo due macchine, una Panda scassata con un litro di benzina che ci viene fornita per fare 1000km al giorno ed una Ferrari con il pieno che non ci verrà fornita MAI, ecco, questa è la giustizia italiana, se non si affronta la riforma del processo in Italia e si continua a tagliare fondi con pannicelli balneari [vedi ultimo provvedimento] possiamo discuterne all'infinito.
    Cordialmente, avv. Pio Giorgio di Leo

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  4. E' giunto il omento di basare tutto su best practices e standard internazionali di livello superiore.
    Chi vi aderisce ha un futuro, gli altri no.

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  5. Grazie per il commento, puoi fornirci qualche esempio pratico di best practices in modo tale da confrontarci a livello piú ampio ?

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